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Agilità organizzativa: i business leader italiani fanno progressi significativi verso la rivoluzione digitale

Tecnologie legacy e burocrazia ostacolano ancora l'agilità organizzativa

 

Secondo la nuova indagine globale condotta da Workday, le aziende italiane sono fra le prime in Europa in termini di innovazione del modello di business a favore della digital transformation. Lo studio "Agilità organizzativa: la chiave per guidare la crescita digitale" di Longitude ha coinvolto quasi 1000 business leader in Asia, Europa e Nord America, evidenziando che l'82% degli intervistati in Italia ha registrato "progressi significativi" nella trasformazione del proprio modello di business con l'obiettivo di creare un portafoglio di prodotti e servizi digitali.

Lo studio si è concentrato su come le aziende possono investire correttamente nella digital transformation. I risultati indicano una forte correlazione fra crescita del fatturato digitale e agilità organizzativa: sono stati individuati alcuni comportamenti adottati dalle aziende "leader" che favoriscono la crescita del fatturato legato al digitale, rendendo la digital transformation parte integrante dei processi operativi.

Leader, ritardatari e promettenti: il gruppo più piccolo è in testa

Nel corso dello studio, Workday ha identificato un gruppo di aziende leader che hanno fatto dell'agility una strategia fondamentale e ormai integrata nelle operazioni quotidiane con l'obiettivo di stimolare la crescita del fatturato digitale. Questo gruppo rappresenta il 15% del campione globale dello studio.

Per contro, le aziende che mostrano un progresso significativamente più lento o che addirittura devono ancora avviare la digital transformation (i "ritardatari") rappresentano più della metà degli intervistati. Il restante 30% del campione è invece rappresentato dalle aziende il cui percorso verso l'agilità organizzativa non è ancora completo (i cosiddetti "promettenti").

Spagna, fatturato digitale in crescita entro il 2022 ma le aspettative sono basse rispetto agli altri paesi europei

Secondo lo studio, entro il 2022 appena il 30% delle aziende spagnole (che si posizionano penultime nella classifica globale) mira a ottenere almeno metà del proprio fatturato dal digitale, rispetto ad altri paesi europei come Francia (57%), Germania (55%) e Regno Unito (53%).

Le aziende leader che hanno adottato una strategia basata sull'agilità organizzativa presentano il doppio delle probabilità di massimizzare i profitti legati al digitale e addirittura una probabilità 10 volte superiore rispetto alle altre aziende di reagire ai cambiamenti del mercato con rapidità e agility, ottenendo alti livelli di crescita del fatturato digitale.

Che cosa frena la crescita digitale

Nonostante un solido avanzamento dell'innovazione, i "limiti delle tecnologie IT legacy" (33%) e la "mancanza di competenze" (33%) rappresentano due dei tre principali ostacoli alla crescita digitale secondo i business leader italiani.

Come in uno studio globale condotto da Workday nel 2018, anche la privacy dei dati e la compliance sono fattori che frenano fortemente la crescita digitale in Italia. Dato l'impatto globale del Regolamento generale per la protezione dei dati (GDPR) dell'Unione Europea, non sorprende che le aziende stiano ancora tentando di gestirne le implicazioni per il digital business.

I risultati dello studio hanno identificato cinque caratteristiche fondamentali dell'agilità organizzativa, con diversi gradi di adozione e penetrazione nelle aree geografiche considerate. Le risposte principali dei business leader italiani per ciascun settore sono le seguenti:

Le aziende italiane devono adottare una strategia di pianificazione continua

I cicli di pianificazione annuali non rispecchiano il mercato dinamico in cui le aziende operano al giorno d'oggi. Per le aziende moderne la capacità di pianificare in modo continuo è fondamentale. Solo il 21% dei soggetti italiani interpellati afferma che l'azienda è in grado di reagire ai cambiamenti del mercato con agilità e rapidità.

È interessante notare che i leader italiani hanno menzionato le tecnologie legacy obsolete (33%) e la difficoltà a gestire gli stakeholder interni (27%) come i due principali ostacoli alla pianificazione continua.

Strutture e processi fluidi per adattarsi al cambiamento

Lo studio ha preso in considerazione la capacità delle aziende di riallocare le risorse per cogliere le nuove opportunità che si presentano, una caratteristica fondamentale per le aziende leader, che presentano una probabilità quasi cinque volte superiore rispetto ai ritardatari di ridistribuire il personale a seconda delle competenze e delle necessità. Allo stesso modo, le probabilità che i leader dispongano di un sistema per valutare competenze e skill gap sono cinque volte superiori rispetto ai ritardatari.

Una tale fluidità di strutture e processi richiede il supporto di un'adeguata cultura aziendale, ma l'eccesso di burocrazia è stato indicato come principale ostacolo alla realizzazione del cambiamento dal 39% degli intervistati, mentre il 55% ha affermato che le gerarchie tradizionali impediscono alle aziende di mettere a frutto le nuove opportunità. Secondo il 33% del campione, oltre alla cultura aziendale, un altro grande ostacolo all'innovazione è rappresentato dalle tecnologie legacy.

Data science e advanced analytics per il futuro del lavoro in Italia

Per tenere il passo con i piani, le strutture e i processi che l'agility comporta, è necessario il giusto mix di competenze. Non basta disporre di soft skill e hard skill: la flessibilità cognitiva per gestire il cambiamento continuo sta diventando una competenza cruciale per la forza lavoro del futuro.

La capacità di utilizzare nuovi strumenti e tecnologie (39%) e la flessibilità cognitiva di gestire il cambiamento continuo (33%) sono oggi le skill più preziose per la forza lavoro del futuro in Italia. In un momento storico di estrema incertezza, anche la capacità di riqualificare il personale si rivela fondamentale, specialmente con la crescente popolarità di machine learning e altre tecnologie avanzate nell'ambiente di lavoro.

I soggetti intervistati in Italia hanno indicato data engineering e warehousing (31%) e advanced analytics e visualizzazione dei dati (27%) come altre competenze fondamentali nel prossimo futuro. Il 37% dei leader italiani ha inoltre riconosciuto la necessità di operare una riqualificazione che interesserà più della metà dei propri dipendenti per poter affrontare le sfide di un mondo del lavoro in continua evoluzione nei prossimi cinque anni, una delle percentuali più basse a livello globale.

Seguendo questo trend, l'employee engagement e la talent retention saranno due delle principali sfide per le aziende. In particolare, i tre quarti degli intervistati hanno ammesso che il successo della propria azienda è indissolubilmente legato all'employee engagement. Il 79% afferma inoltre di aver bisogno di un approccio gestionale più fluido per trattenere i collaboratori migliori.

La democratizzazione dei dati come base per decisioni consapevoli e responsabili

Per prendere le migliori decisioni possibili per l'azienda, è necessario disporre delle informazioni giuste al momento giusto. Si tratta di una caratteristica fondamentale dell'agilità organizzativa e i leader del nostro studio hanno fatto progressi significativi in quest'area.

I team IT, e di conseguenza l'intera azienda, traggono vantaggio da un accesso rapido e intuitivo ai dati che non richieda necessariamente l'intervento diretto del team IT. I leader ne sono consapevoli e sottolineano chiaramente quanto un flusso di informazioni e dati tempestivi sia importante per il processo decisionale all'interno dell'azienda. È utile notare che ben quattro su cinque aziende leader garantiscono un accesso completo ai dati e il 99% di esse indica la libera circolazione di dati e informazioni come fattore trainante per un processo decisionale consapevole.

Ma sono ancora poche le aziende che danno ai propri dipendenti un simile controllo sui dati. Quasi la metà degli intervistati afferma che nella propria azienda i dati rimangono perlopiù disseminati fra diversi team e sono generalmente obsoleti. Forse in questo caso la colpa è della cultura aziendale: il 20% degli intervistati afferma che le gerarchie tradizionali impediscono l'implementazione di un processo decisionale adeguato.

Per prendere decisioni consapevoli e responsabili non basta solo garantire ai dipendenti l'accesso a dati aggiornati e pertinenti; è anche necessario che i team abbiano accesso completo ai dati, senza gatekeeper o altri impedimenti, e che siano in grado di utilizzarli per prendere le migliori decisioni possibili per l'azienda.

Controllo: misurazione e linee guida

Per assicurarsi che l'innovazione digitale produca i risultati desiderati, le aziende devono combinare agilità e rapidità d'azione con il controllo delle proprie attività digitali. I leader del nostro studio ne sono consapevoli e presentano il doppio delle probabilità di disporre degli strumenti per misurare la performance dei nuovi prodotti e servizi digitali.

Nonostante ciò, quasi il 20% di queste aziende lamenta la mancanza dei KPI adatti all'era del digitale. È molto più probabile che un'azienda leader si accorga di tale lacuna e la segnali. Inoltre solo il 25% delle aziende ha fino ad oggi compiuto notevoli progressi nella misurazione delle performance di crescita del fatturato legato al digitale. Con l'incremento del fatturato legato al digitale saranno necessari nuovi KPI.

Un'altra caratteristica distintiva dei leader è una mentalità flessibile: più del 90% dei leader afferma di essere in grado di abbandonare rapidamente eventuali progetti non riusciti. La stessa percentuale afferma inoltre di disporre di una cultura aziendale che incoraggia ad apprendere dagli errori. Insieme, questi due fattori rappresentano gli ingredienti fondamentali per il successo in futuro. Le aziende che adotteranno un approccio agile saranno in grado di valutare rapidamente l'impatto dei propri nuovi progetti digitali e metterne a frutto tutto il potenziale in modo scalabile.

Commenti finali

Se intendono tenere il passo con i leader del digitale e con un mercato in continua evoluzione, le aziende italiane di oggi devono puntare sulla digital transformation e cogliere le nuove opportunità da essa presentate. Come si evince dal nostro studio, le aziende al primo posto nella crescita digitale sono quelle in grado di integrare nel proprio modello di business alcuni, se non tutti, i pilastri dell'agilità organizzativa. Le aziende rimaste indietro possono ancora guadagnare terreno, ma il tempo stringe.

È importante osservare che il passaggio all'agility è continuo: le aziende devono progressivamente abbandonare i silos, i processi appesantiti dalla burocrazia e le modalità operative tradizionali per abbracciare i cinque comportamenti fondamentali dell'agilità organizzativa. Chi si impegna nella pianificazione continua, con strutture fluide e flessibili, investe nella riqualificazione e nell'aggiornamento della forza lavoro e utilizza sistemi di misurazione e linee guida adeguati avrà maggiori probabilità di trarre vantaggio dall'innovazione continua, incrementare il fatturato legato al digitale e affrontare al meglio il futuro.